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 La meditazione è strumento evolutivo di conoscenza che ha lo scopo di attivare una condizione di vigilanza sugli stati dell’essere: fisico, emotivo, mentale, energetico; è capace di includere attrito, quiete, attaccamento, fuga, false identità, illusione, verità, mediante l’osservazione, il silenzio e il raccoglimento interiore nel tentativo di raggiungere presenza, neutralità e consapevolezza.

Un sostegno importante può essere la connessione al Terzo Occhio.

Per terzo occhio si intende quella zona intracranica dietro la fronte e la radice del naso lungo la linea inter-sopracciliare, corrispondente a quello che nelle tradizioni orientali è Ajna o VI chakra, verso cui viene diretto lo sguardo, facendovi convergere morbidamente gli occhi chiusi.

La vibrazione del suono con il suo mantra OM/AUM che è la sillaba seme, può essere un veicolo.

In realtà il terzo occhio è una metafora, ma si può assimilare dal punto di vista anatomofisiologico al Sistema Limbico, che comprende quelle parti del cervello che filogeneticamente corrispondono alle strutture del cervello del mammifero, nella scala evolutiva dopo il rettile e prima dell’ominide.

Quando l’evoluzione dei mammiferi è arrivata fino all’uomo nel cervello si è sviluppata la corteccia che ha costituito con le sue circonvoluzioni gli emisferi cerebrali, dove avvengono i processi di elaborazione degli stimoli nelle varie componenti corporee-sensoriali ed emotive-affettive, la discriminazione, la comprensione, il giudizio e dove viene determinata la risposta che può essere motoria, espressiva, comportamentale. Il passaggio della trasmissione degli stimoli dalla periferia al cervello superiore avviene attraversando quella zona cerebrale intermedia che corrisponde appunto al cervello più primordiale del mammifero, dove questi vengono recepiti, connessi tra loro, sincronizzati e decodificati in base alla memoria di esperienze precedenti, ad un riconoscimento subliminale inconscio ma capace di influenzare la risposta della corteccia che a sua volta con un meccanismo di relais e feedback costante ha influenza sulle strutture sottostanti.

Se da un punto di vista anatomico queste strutture encefaliche corrispondono al Diencefalo, grossolanamente posto alla base degli emisferi cerebrali insieme al III ventricolo alla cui sommità si trova l’ipofisi e alla cui zona posteriore l’epifisi, dal punto di vista funzionale si può parlare di Sistema LimbicoSistema perché è un insieme di strutture anatomicamente e funzionalmente interconnesse e strettamente interdipendenti, Limbico da “limbus” confine, zona di margine tra un cervello meno e più evoluto dove il secondo non potrebbe esistere senza l’altro. Qui afferiscono anche strutture e competenze del Sistema Nervoso Autonomo deputato alla regolazione e al funzionamento di organi interni, respiro, termoregolazione, mantenimento dell’omeostasi o equilibrio vitale: le funzioni vitali e omeostatiche essenziali per la vita e la sopravvivenza della nostra specie sono di natura involontaria, tranne il respiro che può avere anche un controllo volontario, come i meditanti sanno, ed è funzione fondamentale.

Del Sistema Limbico alcune delle parti più significative per questo argomento sono:

Corteccia cingolata percepisce il pericolo e situazioni conflittuali, quasi un sesto senso, associa fenomeni istintivi e coscienti, ha sensazione dolorosa dell’esclusione sociale negli animali e, sembra, della sindrome da abbandono nell’uomo.

Ippocampo ha funzioni di motivazione, apprendimento, ma prevalentemente ha ruolo nella memoria e del suo consolidamento nel lungo termine.

Amigdala è centro di emozioni, specialmente la paura e la rabbia, con reazioni di fuga, difesa o attacco ed è coinvolta nei sistemi della memoria emozionale ed olfattiva. Quando recepisce uno stimolo come pericoloso, invia segnali di emergenza alle parti principali del cervello, stimola il rilascio degli ormoni che innescano la reazione di combattimento o fuga, (adrenalina, dopamina, noradrenalina), mobilita i centri del movimento, attiva sistema cardiovascolare e muscoli, dai sistemi mnemonici viene richiamata ogni informazione utile nella situazione di paura presente. L’amigdala può reagire prima che la corteccia abbia elaborato coscientemente l’evento perché l’emozione grezza viene scatenata in modo indipendente.

Insieme all’ippocampo integra i processi superiori come le emozioni e i fatti correlati, ma mentre l’ippocampo ne ha la percezione mnesica, l’amigdala ne ha la valenza emozionale.

Sintetizzando l’amigdala è attivata dalle emozioni, l’ippocampo le registra nella memoria; gli ormoni sessuali influenzano l’attività di questi centri: sembra che l’amigdala abbia più recettori per gli androgeni, e l’ippocampo di più per gli estrogeni.

Epitalamo comprende abenula ed epifisi.

L’abenula interviene nella funzione olfattiva, nella regolazione della sete, della fame e termica, nei comportamenti ritmici e stagionali quindi sonno-veglia e riproduttivi, nell’elaborazione del dolore, nella risposta allo stress, nel sistema di ricompensa cioè l’insieme di neuroprocessi che ripaga con sensazione di benessere un’azione naturale e vitale, o con segnali avversativi che inducono un evitamento comportamentale, così come sembra si attivi in prossimità di eventi negativi avendone una sorta di premonizione.

L’epifisi detta ghiandola pineale per la sua morfologia, derivata filogeneticamente da cellule fotorecettoriali è quindi influenzata dall’alternanza luce-buio e, sembra, dai campi magnetici terrestri e da qui nasce la sua importanza nel ritmo circadiano in particolare sonno-veglia mediante la melatonina che viene prodotta a partire da triptofano>serotonina>melatonina, ormone con effetto sedativo e ipnoinducente la cui secrezione è inibita dalla luce e stimolata dal buio. Più presente nella fase REM del sonno quando il filtro della mente è meno attiva e subentra il sogno, intorno alle ore 4 (all’incirca l’ora della Sadhana) quando l’inconscio parla alla mente conscia.

L’altra fondamentale funzione dell’epifisi è l’effetto inibitorio sull’asse ipofisi-gonadi regolando il tempo della pubertà (la discesa della Kundalini nelle teorie orientali) e quindi della riproduzione nel senso che dalla nascita fino all’adolescenza l’epifisi non consente la liberazione degli ormoni gonadotropi, poi inizia una fase di progressiva involuzione calcifica in cui viene conservata prevalentemente la produzione di melatonina e diminuisce la componente inibitoria sessuale.

Ipotalamo E’ struttura di integrazione tra i sistemi nervoso autonomo, limbico e centrale, soprattutto il lobo frontale, e con l’ipofisi cui è strettamente interconnesso mediante il fascio ipotalamo-ipofisario. Vero centro superiore di regolazione delle attività del sistema organo-vegetativo e dei centri recettori ed effettori simpatici e parasimpatici, attraverso un vasto impianto di vie afferenti ed efferenti per il controllo di fame e sete, della temperatura corporea, dell’omeostasi e dell’equilibrio idroelettrolitico, della modulazione del respiro, del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa, dell’evitamento del dolore, della reazione di lotta o fuga, dell’attività sessuale e di quella ormonale dell’ipofisi, di risposte emotive e motorie inconsce, della memoria e dell’apprendimento.

L’ipofisi è a sua volta divisa in adenoipofisi (anteriore) e neuroipofisi (posteriore) e tramite un sistema di feed-back regola la produzione di ormoni della crescita, tiroidei, surrenalici, gonadici, prolattina e la messa in circolo di vasopressina, ossitocina e somatostatina secreti dall’ipotalamo.

Questa ghiandola, poco più grande e pesante dell’epifisi, è determinante per la vita, perché ne regola funzioni e ritmi.

Da questo insieme sistemico viene influenzato anche il comportamento: come centro di controllo a livello semiconscio partecipa a rendere adeguato il comportamento secondo le diverse circostanze.

Un esempio degli stretti legami e delle interdipendenze potrebbe essere che nella corteccia cingolata viene percepita una sindrome da abbandono determinante un riflesso, forse un riconoscimento mnemonico di già vissuto nell’ippocampo, che suscita nell’amigdala una reazione emotiva di paura e quindi fuga o rabbia e quindi attacco; la corteccia prefrontale determinerà una risposta più o meno equilibrata nel ricevere questi stimoli emotivi a seconda di quanto si sia armonicamente sviluppata nei processi neuropsichici dell’individuo .

Le interconnessioni nel sistema nervoso sono infinite e in buona parte ancora ignorate; molti centri presiedono a funzioni analoghe pur se con specializzazione, integrazione e sintesi progressivamente sofisticate; le emozioni sono prevalentemente provocate da impressioni visive, acustiche, olfattive e tattili che a loro volta provocano manifestazioni motorie, vegetative, affettive quali paura, rabbia, collera, gioia, desiderio ecc.: emozioni, apprendimento, memoria, motivazioni creano un insieme e cercano un’armonia che può essere frutto soltanto di un sistema.

Se assumiamo tutto ciò si può spiegare il concetto di Sistema Limbico, che coordina emozioni, umore, autoconsapevolezza, gestisce il comportamento creando regole, valori, obiettivi, modelli a un livello dove inconscio e coscio si accostano; integra il sistema nervoso vegetativo e neuroendocrino, riceve afferenze dalla corteccia prefrontale, costituendo circuiti di integrazione con la personalità cosciente.

Questa è la connessione tra la metafora del terzo occhio e la realtà anatomofunzionale e può spiegare perché la meditazione con concentrazione al terzo occhio, cioè al nostro centro emozionale, nonché parte superiore del sistema vegetativo, importante nucleo secretorio e relais delle sensazioni, ha un significato e contenuto potente. E la rotazione dei globi oculari verso il centro e l’alto, mantenuta per qualche tempo, determina una diversa frequenza delle onde cerebrali, comparabile a quella del sonno e di alcuni stati psichici particolari; si potrebbe dire che quando dormiamo e sogniamo o meditiamo profondamente gli occhi guardano all’interno e la psiche all’inconscio. Quando c’è apertura del terzo occhio o sincronia del sistema limbico con i livelli inferiori e superiori del sistema neurale cioè quando le onde elettromagnetiche oscillano alla stessa frequenza, si creano armonia e collegamenti tra intuizioni, percezioni sottili e consapevolezza, si può essere nel qui ed ora, conoscere al di là dei condizionamenti e bisogni, cercare l’integrità nel mantenimento dell’individualità e l’inclusione di quello che emerge, piacevole o spiacevole che sia. L’apertura del terzo occhio è una metafora che descrive la sinergia tra respiro, epifisi, ipofisi, tutto il sistema limbico e reticolare e quindi l’accesso a stati di coscienza più profondi.

Gli esseri umani possono percepire e pensare, ma siamo prevalentemente assorbiti dal pensare e le possibilità percettive passano in secondo piano: i pensieri influenzano e talvolta sostituiscono la realtà costituendo la sostanza dell’ego.

Conosciamo e impariamo attraverso la mente, le emozioni e il corpo: da qui inizia il lavoro dello Yoga insieme alla meditazione, per compiere a ritroso il percorso di conoscenza, dal corpo alle emozioni fino alle psiche-anima, passando per quello svincolo fondamentale che è il sistema limbico.

La meditazione, in particolare con l’attenzione sia al respiro che al terzo occhio, insegna la capacità di tornare più neutri e la sospensione del pensiero consente di affinare la capacità di percepire, almeno a tratti; il terzo occhio può dare una “vista interiore” e condurre a un’osservazione più profonda, sottile e neutrale.

Il nostro stato di coscienza ordinario è in qualche modo incosciente. La meditazione al terzo occhio può facilitare la sintonizzazione dei vari livelli, stabilire un contatto, vedere quello che non appare agli occhi, percepire frequenze cui non siamo abituati: un accesso a dimensioni più ampie, a stati non ordinari della coscienza più intuitivi che ragionati, un’immersione nella nostra profondità per ripulire dalle scorie della mente l’intuizione su se stessi, gli altri e le nostre modalità relazionali; è parte del percorso di consapevolezza di sé, di come arrivano e si sviluppano sensazioni, emozioni, sentimenti, personalità e di cosa determiniamo conseguentemente.

La meditazione al terzo occhio è quindi uno strumento potente perché coniuga la valenza intrinseca della meditazione con le risorse esplorative che si possono trovare in quello che è in realtà il Sistema Limbico, zona di confine tra conscio e inconscio, dove non può non passare la via della conoscenza